mercoledì 9 settembre 2009

Prigionieri politici in Iran 10: Isa Saharkhiz



10) Isa Saharkhiz

arrestato il 4 luglio 2009

Giornalista e politico, Isa Saharkhiz è un esponente molto in vista dell’ala riformista della società civile iraniana. È nato ad Abadan nel 1954, è cresciuto a Karaj, ha studiato e si è laureato in Economia all’Università di Tehran. È stato in prima linea nel sostenere, con i suoi scritti, la Rivoluzione che nel 1979 rovesciò lo Shah Reza Pahlavi. Ha poi avuto un fratello morto sul fronte della guerra contro l’Iraq.
Trasferitosi a New York, è stato responsabile alle Nazioni Unite della Islamic Republic News Agency (IRNA, l’agenzia di stato iraniana). È tra i fondatori dell’Associazione per la difesa della libertà di stampa in Iran. Durante la presidenza di Mohammad Khatami è stato capo del Dipartimento Stampa del Ministero della Cultura. Il suo lavoro ha ottenuto allora molti consensi e il periodo del suo incarico al ministero è stato soprannominato in Iran “la primavera del giornalismo”.
Sotto il presente regime la sua stella politica ha cominciato invece a declinare. Saharkhiz ha denunciato a più riprese la drammatica situazione dei diritti umani, le violazioni contro la libertà d’informazione, le condizioni inumane delle prigioni iraniane. Non ha risparmiato critiche aspre (e pubbliche) alla nuova svolta autoritaria impressa al paese dal leader supremo Ali Khamenei.
Nel 2006, parlando a un gruppo di studenti radunati per partecipare allo sciopero della fame internazionale proclamato dal dissidente Akbar Ganji in difesa dei prigioneri politici, Saharkhiz disse: “Quello che sta accadendo, ciò di cui siamo testimoni, non è altro che il risultato della concentrazione di tutto il potere nelle mani di un solo uomo (Khamenei) e del suo controllo sulle bande armate che si occupano della sicurezza”. Ai due periodici Aftab (Il Sole) e Akbar Eghtesadi (Notizie economiche), di cui era direttore e editore, fu revocato il permesso di pubblicazione. Saharkhiz stesso venne condannato a quattro anni di prigione e a cinque di sospensione dalla professione giornalistica. Questo non ha frenato la sua penna e la sua passione politica.
Isa Saharkhiz ha condotto la campagna elettorale per le elezioni del 12 giugno sostenendo attivamente la candidatura di Mehdi Karroubi. Non appena sono stati chiari l’esito degli scrutinio e la natura fraudolenta della vittoria di Mahmoud Ahmadinejad, dal sito Roozonline (che ospita regolarmente i suoi contributi), Isa Saharkhiz ha tuonato: “Che gli piaccia o no, dopo vent’anni di potere assoluto, Ali Khamenei si sta incamminando per la stessa discesa dell’ultimo Shah dell’Iran, Mohammad Resa Pahlavi. Il leader supremo ha scelto la strada della tirannia, che i popoli dell’Iran e del mondo intero hanno già parecchie volte gettato nella spazzatura della storia”.
Il 20 giugno la milizia non lo ha trovato in casa, dove è entrata minacciando di sfondare la porta; in compenso ha prelevato vari oggetti di sua appartenenza, tra cui un computer e materiale propagandistico per la campagna di Karroubi. Nei giorni seguenti Saharkhiz ha provato a nascondersi ma, poiché da tempo gli era vietato lasciare l’Iran, ha dovuto farlo all’interno del paese. All’inizio di luglio Roozonline ha pubblicato un suo nuovo articolo intitolato Benvenuto al “Fronte verde della speranza”, in cui Saharkhiz esorta Mir Hossein Mousavi e i suoi a “formare e annunciare un ‘governo ombra’ che si tenga pronto per amministrare il paese il giorno dopo la caduta di Ahmadinejad”.
Due giorni più tardi Isa Saharkhiz è stato rintracciato e arrestato nel nord dell’Iran. Da allora è detenuto in luogo sconosciuto, senza possibilità di parlare con il suo avvocato e senza che si sappiano quali accuse gli vengono contestate. L’unico contatto con il mondo Saharkhiz lo ha avuto il 23 luglio, quando ha potuto chiamare al telefono suo figlio Mehdi (27 anni, nella foto insieme al padre) che vive nel New Jersey. A lui Saharkhiz ha detto che durante la cattura gli sono state rotte numerose costole, che è tenuto in isolamento, che è stato rintracciato dalla milizia grazie ai sistemi Nokia. “Non vi aspettate di rivedermi presto – ha aggiunto -, resterò qui a lungo”.
Pochi giorni dopo l’arresto del padre, Mehdi Saharkhiz ha scritto una lettera aperta ad Ahamdinejad intitolata Se conoscesse mio padre e pubblicata su Roozonline. Dagli Stati Uniti Mehdi è in questi mesi tra i principali attivisti della protesta iraniana, anche grazie a una intensissima attività di blogger condotta sia su twitter e youtube (con il nickname Onlymehdi) che su facebook. Un gruppo in sostegno di Isa Saharkhiz (amministrato in questi giorni da Mehdi) è presente su facebook.


Aggiornamento del 16 agosto 2009

Apprendiamo dal figlio Mehdi che ieri, 15 agosto, Isa Saharkhiz ha incontrato per la prima volta dal giorno del suo arresto il suo avvocato. Si trova in isolamento e gli viene perciò impedito di leggere i giornali e di avere qualsiasi contatto con il mondo esterno. Sin dal prinicipio della detenzione è stata richiesta la visita di un medico, che però a tutt'oggi non c'è stata. L'incontro con l'avvocato è durato 20 minuti ed è avvenuto alla presenza di un agente del ministero della sicurezza.


Aggiornamento del 19 agosto 2009

Isa Saharkhiz ha ricevuto la visita in prigione di sua moglie e di sua figlia. Si trova sempre in isolamento. L'impressione che le due donne hanno avuto incontrandolo è che abbia perso almeno 15 chili di peso. Ha infatti difficoltà a mangiare a causa di problemi allo stomaco, e dorme poco e male per i dolori al petto procurati dalle costole rotte. Ha barba e capelli molto più lunghi del solito. Nonostante le pressioni psicolgiche subite in carcere, Saharkhiz viene descritto forte nello spirito e nella volontà. Ha infatti affermato che non intende rispondere ad alcun interrogatorio senza la presenza del suo avvocato e di tre membri della commissione Shahroudi (la commissione parlamentare di inchiesta sulla situazione dei detenuti nelle carceri iraniane). Ha inoltre annunciato che, una volta fuori del carcere, ha intenzione di denunciare coloro che lo hanno picchiato e coloro che lo hanno arrestato senza alcuna ragione o prova.


Aggiornamento del 3 settembre 2009

In una laconica telefonata fatta alla famiglia, Isa Saharkhiz, giunto ormai al suo sessantesimo giorno in carcere, ha detto che è stato portato in tribunale, dove gli è stato comunicato che resterà in prigione per altri due mesi. Ne dà notizia il sito Roozonline.



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