martedì 8 settembre 2009

Prigionieri politici in Iran 8: Mahsa Amrabadi e Masoud Bastani




8) Mahsa Amrabadi e Masoud Bastani

moglie e marito, entrambi giornalisti

lei arrestata il 14 giugno 2009 e rilasciata il 24 agosto 2009
lui arrestato il 4 o il 5 luglio 2009

Mahsa Amrabadi lavora per l’Etemad e-Melli, organo di informazione del National Trust Party. Il presidente del NTP è Mehdi Karoubi, uno dei candidati riformisti alle elezioni del 12 giugno. La redazione dell’Etemad e-Melli è stata particolarmente colpita dagli arresti delle ultime settimane: tra gli altri è finito in carcere il redattore capo del giornale, Mohammad Ghouchani.
Mahsa Amrabadi è incinta di sei mesi; nonostante questo è stata arrestata il 14 giugno scorso. Sembra che gli agenti dei servizi segreti che si sono presentati a casa sua cercassero in realtà il marito Masoud Bastani e che, non trovandolo, abbiano prelevato lei. Il primo contatto con la famiglia ha potuto averlo solo due settimane dopo, il 30 giugno, quando le è stato concesso di telefonare ai suoi cari. Non le è stato però permesso di dire loro in quale luogo si trovava.
Il 4 luglio Masoud Bastani ha provato chiedere informazioni sul conto della moglie: avrebbe voluto poterla visitare o per lo meno sapere dove era detenuta. È stato invece arrestato anche lui.
Mahsa Amrabadi è stata inizialmente rinchiusa nel famigerato braccio 209 del carcere di Evin (sezione non ufficiale gestita dai servizi segreti iraniani che lo usano per i prigionieri politici, spesso tenuti in isolamento e torturati), poi è stata trasferita nell’ala pubblica del penitenziario.
Masoud Bastani, dopo varie settimane di silenzio, ha potuto contattare sua madre alla quale ha riferito di trovarsi in isolamento, ma di essere in buone condizioni.
Il 25 luglio, per la prima volta dal giorno dell’arresto di Mahsa, è stato permesso alla coppia di incontrarsi.
La madre di Mahsa ha detto che presenterà una denuncia per violazione dei diritti civili della figlia e del genero. Ha parlato con il procuratore generale di Tehran, Saeed Mortazavi, il quale le avrebbe detto che lo svolgimento delle indagini potrebbe richiedere anche sei mesi di tempo. Gli interrogatori sarebbero ancora in corso, e prima della loro fine nulla di certo verrà detto dalle autorità ai familiari.
Bastani, in passato redattore del settimanale Neday’e Eslahat (La Voce delle Riforme) e del sito Rozoonline.com, nell’estate del 2007 era già stato arrestato e rilasciato, nel 2006 era stato condannato a sei mesi di prigione e sessanta frustate, nel 2005 era stato arrestato per avere scritto sullo sciopero della fame del giornalista dissidente Akbar Ganij. Recentemente è stato redattore del sito politico www.jomhouriyat.com, ora soppresso dalle autorità, e controllato da Mehdi Hashemi-Rafsanjani, figlio dell'ex presidente Rafsanjani.

Su facebook è nato un gruppo intitolato Free Masoud Bastani & Mahsa Amrabadi.


Aggiornamento del 24 agosto

Mahsa Amrabadi è stata rilasciata oggi, dietro pagamento di cauzione (200.000 dollari). Ne dà notizia il sito Mowjcamp.org.
Rimane invece in carcere il marito della Amrabadi, Masoud Bastani, del quale si sa che è detenuto nel braccio speciale (il 209) del carcere di Evin.


Aggiornamento del 26 agosto

Anche per Masoud Bastani è arrivato il momento del processo pubblico, con annessa "confessione" televisiva (foto a sinistra): l'ennesimo scempio di verità e di giustizia di cui le autorità della Repubblica Islamica si sono macchiate. Bastani è stato uno dei principali interpreti della quarta puntata del "processo-farsa", andata in scena a Tehran il 25 agosto. La sua performance si aggiunge alle varie altre di prigionieri costretti con pressioni, minacce e torture a contribuire al teorema confezionato dal grande architetto del processo, il procuratore generale di Tehran Saeed Mortazavi: le proteste contro i risultati elettorali del 12 giugno - secondo l'accusa - non sarebbero frutto di uno spontaneo moto popolare, ma di una rivoluzione "di velluto" (così la chiamano le autorità iraniane) pianificata con cura e da tempo dai nemici occidentali dell'Iran con la collaborazione di politici, giornalisti e vari membri della società civile, i quali avrebbero tramato contro il loro paese mettendo a rischio la sicurezza dell'Iran.
In particolare Bastani - riporta l'agenzia ufficiale IRNA - ha letto in aula una dichiarazione in cui "confessa" quanto segue: la redazione del sito www.jomhouriyat.com era una vera e propria "centrale strategica" in cui, su incoraggiamento di Mehdi Hashemi-Rafsanjani (foto a destra), si progettavano attacchi contro il presidente Ahmadinejad e contro le principali istituzioni della Repubblica Islamica (il Consiglio dei Guardiani, la milizia Basij, la Guardia Rivoluzionaria Islamica, la polizia). Ancor più rilevante: la redazione creava in modo tendenzioso dubbi sui risultati elettorali, presentando a tale scopo sondaggi e statistiche. A tutto questo Masoud Bastani afferma di avere lavorato in collaborazione con il collega Hamzeh Karami, anche lui sotto processo e, come lui, "reo-confesso".


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