mercoledì 26 agosto 2009

Prigionieri politici in Iran 2: Abdolfattah Soltani



2) Abdolfattah Soltani

arrestato il 16 giugno 2009,
rilasciato su cauzione il 27 agosto 2009

Noto avvocato difensore dei diritti umani, ha rappresentato in giudizio (con il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi) la famiglia di Zahara Kazemi, fotogiornalista iraniana-canadese assassinata nel carcere di Evin nel 2003. Sempre con la Ebadi, Soltani ha anche difeso il giornalista dissidente Akbar Ganij durante la sua prigionia e il lungo sciopero della fame.
È tra i fondatori (come Shirin Ebadi e Mohammad Ali Dadkhah) del Defenders for Human Rights Center (DHRC).
Sin dal 2002 è stato perseguitato dal regime per la sua attività legale in difesa dei prigionieri politici. Il 9 luglio 2002 fu condannato a quattro mesi di carcere e sospeso per cinque anni dall'esercizio della professione dopo aver difeso una dozzina di prigionieri politici. Nuovamente arrestato il 20 gennaio 2003, tra il 2005 e il 2006 l’avvocato Soltani ha trascorso ben 219 giorni consecutivi nel carcere di Evin. È stato infatti arrestato il 30 luglio 2005 con l'accusa di aver rivelato all'estero segreti sul caso delle cosiddette "spie nucleari". A firmare il mandato di arresto fu il procuratore di Tehran, Saeed Mortazavi.
Ci vollero cinque mesi (due dei quali trascorsi in cella di isolamento) prima che a Soltani venisse consentito di parlare con il suo avvocato. Ce ne vollero "solo" due perché potesse ricevere la visita della moglie, sotto sorveglianza di una guardia carceraria.
Rilasciato dietro pagamento di cauzione il 6 marzo 2006, Soltani è stato condannato dalla Corte Rivoluzionaria a cinque anni di reclusione e alla perdita dei diritti civili per “aver violato la segretezza delle indagini preliminari” "diffuso documenti segreti" e svolto "propaganda contro il sistema" . È stato assolto in appello nel 2007, e tuttavia il regime gli ha confiscato i documenti di identità, di fatto limitando la sua libertà di movimento; perciò l’avvocato Soltani ha dovuto rinunciare a presenziare alla conferenza sul tema “Libertà di espressione in Iran” che si è tenuta alla Sorbonne di Parigi nell’ottobre 2007 e alla quale era stato ufficialmente invitato.
È stato arrestato di nuovo il 16 giugno scorso, nel suo ufficio, e trasferito in luogo ignoto, senza mandato di cattura e senza motivi che ne giustifichino la prigionia. Ad eseguire l’arresto, alle 16 (ora di Tehran) sono stati quattro ufficiali in borghese. Costoro hanno anche confiscato all’avvocato Soltani i documenti, la borsa, il computer e il cellulare. Le testimonianze sulle sue condizioni, dopo oltre un mese dall’arresto, lo confermano detenuto a Evin e riferiscono di uno stato di dimagrimento particolarmente preoccupante dato che Soltani soffre da tempo di seri disturbi dell’apparato digerente. Il prossimo 17 settembre Abdolfattah Soltani dovrebbe recarsi in Germania a ritirare il Premio Internazionale Norimberga per i Diritti Umani, che gli è stato nel frattempo assegnato.


Aggiornamento del 31 luglio 2009

L'Ufficio per i diritti umani di Norimberga ha appreso che l'avvocato Soltani non si troverebbe più in isolamento e gli sarebbe consentito di chiamare per telefono i suoi familiari. La notizia è riferita dal sito di un giornale locale (in tedesco).



Aggiornamento del 23 agosto 2009

L'avvocato Soltani è in carcere da 70 giorni. Alcuni giorni fa la moglie, Massome Dehghanm, ha scritto una lettera (riportata dal sito di Radio Farda) al capo della magistratura Mohammad Sadeq Larijani, ufficialmente insediatosi nel suo ruolo il 15 agosto scorso e succeduto a Mahmoud Shahroudi.
Nella lettera Massome Dehghanm fa appello ai principi di indipendenza e imparzialità della magistratura. A tal proposito ella ricorda che i giudici che hanno firmato l'ordine di arresto nei confronti del marito, accusandolo di avere fomentato le proteste post-elettorali, sono gli stessi (Saeed Mortazavi e Mateen Rasekh) che in passato lo avevano fatto arrestare accusandolo di spionaggio (per avere divulgato documenti riservati riguardanti il programma nucleare del paese, vedi sopra), accusa per la quale l'avvocato Soltani era poi stato assolto in appello.
Massome Dehghanm nega le responsabilità del marito e sottolinea che egli è un avvocato e un difensore dei diritti umani, non un attivista politico. La signora Dehghanm ricorda anche al capo della magistratura Larijani che sono ormai trascorsi i 60 giorni previsti dalla legge iraniana come termine massimo per la custodia cautelare, e che la stessa legge prevede, oltre quel termine, il rilascio dell'accusato se il provvedimento di arresto non viene confermato e prorogato. Infine ella scrive che, nel corso di questo lungo periodo di detenzione, Abdolfattah Soltani ha subito numerose violazioni dei suoi diritti civili, in primis l'impossibilità di incontrare i suoi familiari e il suo avvocato.

Quasi contemporaneamente il Defenders of Human Rights Center ha rilasciato un comunicato in cui protesta contro le continue intimidazioni subite dai suoi membri, ricordando che oltre agli arresti degli avvocati Soltani e Dadkhah, e del collaboratore del centro Abdolreza Tajik, altri membri dell'associazione sono stati ripetutamente convocati dalle autorità, sottoposti a interrogatorio e minacciati di andare incontro a severe misure di sicurezza se non sospenderanno la loro attività.


Aggiornamento del 27 agosto 2009

L'avvocato Abdolfattah Soltani è stato rilasciato oggi dopo il pagamento di una cauzione di 85mila euro circa. Era detenuto nel carcere di Evin da 72 giorni.
Ne dà notizia il sito del quotidiano tedesco Nürnberger Zeitung. Il ministero degli esteri tedesco non conferma la notizia, che è però rilanciata da vari siti iraniani, tra cui quello di Radio Farda.
La Germania, e la città di Norimberga in particolare, ha seguito con particolare ansia la sorte dell'avvocato Soltani al quale il 4 ottobre prossimo dovrebbe venire consegnato il Nuremberg International Human Rights Award 2009. Solo ieri il segretario di stato agli affari esteri Guenter Gloser aveva fatto un nuovo tentativo per ottenere la liberazione di Soltani.
La speranza ora è che l'avvocato Soltani possa esser presente di persona alla cerimonia di premiazione che si svolgerà all'Opera House di Norimberga anche se, nonostante il suo rilascio, ci sono molti dubbi che ciò possa avvenire perché è difficile che le autorità iraniane gli consentano di lasciare il paese.


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