venerdì 28 agosto 2009
Prigionieri politici in Iran 6: Shiva Nazar Ahari
6) Shiva Nazar Ahari
arrestata il 14 giugno 2009
rilasciata su cauzione il 24 settembre 2009
Attivista per i diritti umani, blogger e giornalista, membro del Committee of Human Rights Reporters, Shiva Nazar Ahari è anche insegnante di un gruppo di bambini svantaggiati. È stata presidente del Comitato studenti in difesa dei prigionieri politici. Fin da quando era studentessa alla Sadra University, la Nazar Ahari ha svolto, in patria e all’estero, opera di sensibilizzazione sulla situazione dei diritti umani in Iran, sollecitando l’attenzione della comunità internazionale alle ripetute violazioni commesse dal regime. Questa attività l'ha costretta a subire intimidazioni e arresti.
Il 5 dicembre 2004 si recava a una manifestazione studentesca, quando degli agenti fermarono il taxi su cui si trovava e, rifiutandosi di esibire un mandato di arresto, la prelevarono con la forza per condurla all’ufficio investigativo del Ministero dell’informazione, dove fu trattenuta per dodici ore. Gli agenti che la interrogavano le dissero di averla arrestata “per il suo bene”.
Nel 2005 è stata arrestata con altre due donne davanti alla sede delle Nazioni unite di Tehran, con l’accusa di “aver partecipato illegalmente a una manifestazione concepita con lo scopo di minacciare la sicurezza dello stato e di aver creato turbative nell’opinione pubblica rilasciando interviste ai mezzi di informazione”.
Nell’agosto 2007, mentre impazzava la cosiddetta “campagna di moralizzazione” del governo, Shiva Nazar Ahari lanciò un vero e proprio grido di dolore in un’intervista all’Adnkronos International: “Nel corso degli ultimi tre mesi sono state arrestate migliaia di persone, tutte accusate del crimine, non ben definito, di ‘teppismo’; oppure descritte come ‘elementi socialmente pericolosi’. Tutte queste persone rischiano di essere mandate alla forca dopo un processo sommario nel quale non potranno contare su un avvocato in loro difesa. I parenti di questi condannati a morte per crimini così poco chiari – e molti di loro hanno un’età compresa tra i 20 e i 30 anni – vengono informati solo dopo che il loro congiunto è stato impiccato. Molti di questi giovani arrestati negli ultimi tre mesi sono detenuti nel carcere di Kharizak, situato nei dintorni di Tehran. Fino a 40 prigionieri vengono ammassati in celle di 15 metri quadri, dove ricevono un solo pasto al giorno e spesso vengono frustati. Sei di loro, di età compresa tra i 20 e i 25 anni, sono morti in seguito a infezioni causate dalle frustate.”
Secondo alcune fonti la Nazar Ahari è stata arrestata il 14 giugno 2009 in casa sua. Secondo altre l’arresto è avvenuto alle 13.30 (ora iraniana) nel suo ufficio, ma già la notte precedente agenti dei servizi segreti l’avrebbero cercata in casa e, non avendola trovata, avrebbero perquisito l’abitazione prelevando numerosi suoi oggetti personali.
Due settimane dopo l’arresto, la madre, Shahrzad Kariman, intervistata da Radio Farda, ha detto: “Sono andata al Ministero per la sicurezza, alla Corte Rivoluzionaria, al carcere di Evin, ma nessuno ha saputo dirmi nulla di lei”. Le ultime notizie, dopo oltre un mese di detenzione, sono che a Shiva è stato permesso di chiamare la famiglia due volte. Alcuni giorni fa la madre le ha scritto una lettera aperta, pubblicata sul blog delle “Madri di Laleh”. Si è anche saputo che è rinchiusa nel carcere di Evin e che condivide la cella con tre compagne, una delle quali è la giornalista e attivista per i diritti delle donne Jila Baniyaghoub. Shiva Nazar Ahari è difesa dall’avvocato Shadi Sadr, a sua volta arrestata il 17 luglio mentre si recava alla preghiera del venerdì. A Shadi Sadr, prima di quel giorno, non era ancora stato consentito di accedere a Evin per parlare con la sua cliente.
Aggiornamento del 19 agosto 2009
La notizia è di ieri: Shiva Nazar Ahari ha potuto finalmente incontrare brevemente la madre, Shahrzad Kariman, nel carcere di Evin, per la prima volta dall'inizio della sua detenzione, che dura da ormai oltre due mesi. Shahrzad Kariman aveva ricevuto un'inattesa telefonata in cui la figlia le annunciava la possibilità dell'incontro e si è quindi recata a Evin. Ha raccontato di aver trovato la figlia in buone condizioni di salute e di morale. Shiva Nazar Ahari ha anche confermato alla madre di essere tuttora sotto interrogatorio.
Aggiornamento del 3 settembre 2009
Shiva Nazar Ahari è detenuta nel carcere di Evin da 82 giorni ed è ancora sotto interrogatorio.
Le autorità hanno informato sua madre che il prezzo della cauzione è di 500milioni di toman (oltre 350mila euro). La madre ha obiettato che non può disporre di una somma così ingente. "Allora la lasci stare in prigione", le è stato brutalmente risposto.
Aggiornamento del 17 settembre 2009
Mohamad Nazar Ahari, il padre di Shiva, ha inviato una lettera al capo della magistratura Sadegh Larijiani.
Nella lettera egli ricorda i principali elementi del caso giudiziario riguardante la figlia: il modo in cui è stata arrestata il 14 giugno scorso (sul posto di lavoro, dopo un'irruzione notturna in casa, dove non era stata trovata); la sua attività in difesa dei diritti umani come redattrice del sito Committee of Human Rights Defenders; la sua attività di volontariato con bambini in difficoltà e privi di di istruzione per l'associazione Khaneh Koodak Shush; la sua laurea in ingegneria e l'impossibilità per lei di proseguire gli studi a causa del bando posto dalle autorità nei suoi confronti (e nei confronti di molti altri studenti); l'esorbitante ammontare della somma fissata come cauzione per il suo rilascio (500mila dollari, una somma talmente elevata, sottolinea il padre "da creare negli avvocati il dubbio che essa sia stata fissata con la piena consapevolezza della nostra impossibilità di pagarla, per legittimare in tal modo il prolungamento della detenzione di mia figlia").
La lettera si conclude così:
"Onorevole capo della magistratura,
l'amore e il profondo rispetto di mia figlia per il genere umano sono il suo solo crimine. La prigione è fatta per tenere in disparte coloro che mettono in pericolo la società, non mia figlia che ha dedicato la sua intera vita, in età adulta, al servizio della comunità. Poiché finora nessun funzionario responsabile o nessun altro organismo ha fornito alcuna ragione o spiegazione per la diffiicile situazione in cui mia figlia si trova, e poiché il rispetto dei diritti dei cittadini e della giustizia islamica sono tra i suoi obiettivi dichiarati in questa nuova era [Sadegh Larijani è diventato capo della magistratura lo scorso 15 agosto, n.d.t.], le chiedo umilmente di riesaminare il fascicolo relativo a mia figlia, per procedere a una riduzione della somma stabilita come cauzione e agevolare il suo rilascio.
Rispettosamente
Mohamad Nazar Ahari".
Aggiornamento del 24 settembre 2009
Shiva Nazar Ahari è stata rilasciata oggi, dopo 103 giorni di prigionia.
E' stata pagata per lei una cauzione di 200mila dollari. La cifra richiesta originariamente era stata di 500mila dollari, fuori della portata della famiglia Nazar Ahari. In seguito alle ripetute richieste dei genitori le autorità hanno abbassato le loro pretese.
La notizia dell'imminente rilascio si era diffusa nel corso della giornata e un piccolo gruppo di amici e attivisti ha atteso per ore che le porte di Evin si schiudessero. Un'attesa che è stata infine premiata: Shiva Nazar Ahari è di nuovo libera.
(sopra la prima foto scattata a Shiva Nazar Ahari, appena uscita dal carcere di Evin)
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